Comunque la si immagini: “anziana” o “giovane”, “bella” o “brutta”, “dolce” o “acida”, con scarpe rotte, cappellone sgualcito e naso adunco – o “fanciulla” – la befana porta con se il suo fascino ed il suo bel “dolce” carico di dolci.
La credenza narra infatti che nei tempi antichi – precisamente 12 giorni dopo il Natale – venisse celebrata la morte di Madre Natura. Nella notte del 6 gennaio, pentitasi di essersi rifiutata di aiutare i Re Magi a portare i doni a Gesù Bambino, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù, ad ogni casa che incontrasse lungo il suo cammino, si prodigava di elargire doni e dolciumi ai bambini che incontrava.
I regali della “Befana” erano generalmente di natura alimentare, e alla sua figura la tradizione gastronomica popolare ha dedicato specialità che si tramandano fino ai giorni nostri.
E visto che siamo in tema culinario come non parlare dei coloratissimi “Befanini”, biscotti di origine toscana al burro e leggermente alcolici, a forma di stella, animali e – ovviamente – befane, decorati con confettini di cioccolato per la gioia degli amanti delle venere del gusto.
Di origine cunense, invece, la “Focaccia della Befana” un dolce con “burla” a forma di margherita. Durante la preparazione si nascondono nei petali una fava bianca e una nera. Per lo “sfortunato” che troverà quella bianca, l’onore di pagare la focaccia, mentre al “fortunato” detentore della fava nera toccherà offrire il vino.
Per questo, auguro a tutti voi, ma proprio tutti i fruitori e non del mio sito web i miei più affettuosi e calorosi auguri di buona epifania, sperando porti con se per ognuno di noi un anno pieno di dolci momenti.